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  13 marzo 2016

 

 

 

 

 

VERBALE DEL GRUPPO ALAM CASILINO 1 DEL  13 MARZO 2016

 

 

 

Presso la casa generalizia dell’Amore Misericordioso si è riunito il gruppo ALAM1 di Via Casilina.
Iniziamo con l’invocazione allo Spirito Santo. Sergio rende noto che per il convegno del 1/3 aprile vengono messe a disposizione la casa a V.le Alessandrino per 5 coppie di Napoli,
Ci rendiamo disponibili per il trasporto e per sistemare le stanze. Rodolfo ci chiamerà al bisogno, dobbiamo organizzarci per i pasti della cena con il catering di cui si occuperà Luigina. Si propone di attingere dal fondo. Il coordinatore informa che ha ricevuto una donazione di € 150,00 finalizzata a tale scopo.
Sergio ricorda che il 14 aprile ricorrono i venti anni della fondazione ALAM, si propone di festeggiare il 10 Aprile con la presenza di Mons. Mani, si invita a dare testimonianza sui venti anni trascorsi ed esperienze vissute.
Il 9 aprile ore 18,00 Nuccio e Pina festeggiano i 50 anni di matrimonio, si chiede collaborazione per i festeggiamenti (organizzare la messa, preghiere, il libretto, ).
Si invita a prenotarsi chi non l’ha fatto per la cena Pasquale.
 Si passa alla lettura e riflessione sulla 2 tappa di formazione “ Il Volto della Misericordia”.
La riflessione è stata profonda e ha coinvolto tutto il gruppo con testimonianze personali e riflessioni intense sulla Misericordia di Dio e sulla nostra misericordia verso i fratelli e verso noi stessi.
Partecipano alla riunione anche Lidia, Claudia, e Teresa che hanno dato la loro testimonianza di vita in Italia, molto difficile ma hanno fiducia in Gesù e nella Preghiera.
Si allega la testimonianza scritta da Bruna.
Il segretario

 

Testimonianza di Bruna.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore

Grazie Signore che ci aiuti ogni giorno che sei presente ogni giorno nella mia vita che mi guidi mi indirizzi mi riproveri mi incoraggi. Grazie perché Tommaso ed io abbiamo bisogno di te, abbiamo bisogno di tutto.
Grazie che ci dai tutto: ci hai dato una comunità che ci è vicina, ci hai dato e ci dai tutte le opportunità possibili per conoscerti meglio e amarti di più: ci hai dato una famiglia ad hoc per la nostra storia : la famiglia dell’amore Misericordioso. Ci hai dato santi sacerdoti che ci guidano oggi qui vicino a noi e dall’alto dei cieli, ancelle che pregano per noi che ci incoraggiano e ci esortano che rendono viva ogni giorno vicino a noi la speranza e la presenza di Dio in mezzo a noi. Quanti accadimenti signore in cui tu sei presente per farti sentire per far sentire il tuo amore misericordioso: l’adesione all’Alam, La Beatificazione della Madre, i Dieci Comandamente con il Ritirone, L’incontro Coniugale apppena donato.
La liturgia di domenica scorsa ci ha proposto la Parola del Padre Misericordioso e una lettura di San Paolo che ha dato spunto alla mia riflessione sull’argomento di oggi: il volto della Misericordia.
Mi sono chiesta ma noi chi siamo il figlio maggiore o il figlio minore della Parabola? Io mi sono sentita il figlio maggiore, quando ho chiuso il mio cuore a Tommaso e anziché dilatarlo l’ho chiuso al massimo per non permetterti di entrare.
Ti chiedo perdono Padre perché ho giudicato ho condannato e non ho pensato che anche io avrei poturo essere al suo posto. Perché no?
Ma per fortuna hai ascoltato la mia preghiera, hai fatto sì che il mio cuore di pietra si scaldasse. Sì io con quella pietra avevo chiuso il Signore nel sepolcro e gli impedivo di agire e ho chiuso anche Tommaso nel suo sepolcro.
Ma tu Signore sei capace di compiere Miracoli grandiosi sempre anche oggi qui tra noi.
La nostra unione è SACRA per te Signore e per me invece pur ritenendola SACRA non l’ho creduta SACRA fino in fondo.
Per fortuna tu Signore quando rendi SACRA una cosa per te è per SEMPRE.
Hai compiuto in me un Miracolo grande, tu l’ha compiuto Signore per intercessione della Beata Speranza e non finirò mai di annunciarlo e di ringraziarti ogni giorno. Immagino quante volte la Madre abbia bussato alla tua porta per intercedere per noi da buona Portinaia e Madre che cura dall’alto tutti i suoi figliolini.
Il mio perdono Signore per Tommaso non è stato il mio Perdono io non ne sono capace, ma tu lo hai permesso. Con quelle preghiere e sante messe dedicate con amore e sacrifico a Tommaso e alla sua mamma per la loro salvezza, tu hai operato invece in me il miracolo della trasformazione.
Quel Perdono umanamente impossibile e difficile tu lo hai reso possibile.
Hai reso il mio Perdono DIVINO, perché frutto della tua grazia e non frutto della mia volontà.
Grazie Signore perché hai reso possibile l’impossibile, ha fatto sperimentare al mio cuore quanto è bello ascoltare la tua Parola e metterla in pratica.
La gioia che all’improvviso ha ceduto il posto alla tristezza e alla rabbia di quei giorni cupi e tristi, sono il segno del tuo amore per me.
Ho pregato per mia suocera e Tommaso per la loro salvezza, e invece avevo bisogno di essere salvata io da Te, avevo bisogno della tua Misericordia, di essere toccata dalla tua Misericordia, per diventare io docile e umile strumento della tua Misericordia.
La gioia di quei giorni e quella di oggi sono Signore l’opera delle tue mani. Grazie Signore.
Lettura di San Paolo….
Sì credo che il Signore con questo Giubileo voglia da noi Laici tutti che diventiamo ambasciatori della sua Misericordia. Rendere visibile e presente la Misericordia di Dio, in mezzo a noi e tra di noi, nella nostra famiglia prima di tutto, nella nostra comunità nel nostro gruppo nella Chiesa.
Approfitto di questa occasione per ringraziare tutti voi qui presenti per essere stati forse anche incosapevolmente ambasciatori della Misericordia di Dio, ciascuno a suo modo ciascuno nel suo piccolo.
La nostra esperienza fa toccare non solo a noi due ma a tutti voi che ci volete bene e ci siete stati e ci siete vicini la presenza della Misericordia di Dio in tutte le sue sfaccettature di cui il Perdono è solo l’ultima.
Non voglio assolutamente più sentirvi dire che il Perdono è opera nostra, opera mia nei confronti di Tommaso. Il Signore ci sta dicendo che Lui è qui con noi, opera attraverso di noi, compie Miracoli attraverso di noi: suoi ambasciatori della Misericordia.
Il Signore ha parlato a tutti noi attraverso le parole dette da ciascuno di noi, attraverso le lacrime versate da ciascuno di noi, attraverso gli ammonimenti di ciasuno di noi, attraverso la compassione provata da ciascuno di noi.
Ho capito solo oggi cosa vuol dire che da soli non ci si salva! Siamo in cordata cari fratelli, soltanto se ci aiutiamo l’un l’altro potremo salvarci. Il Signore ci chiederà al momento opportuno  dove sono i tuoi familiari, dove sono i tuoi fratelli della fede, dove sono i tuoi amici?
Bruna