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  8 gennaio 2015

 

 

 

 

 

Verbale dell’8 gennaio 2015

 

Il gruppo si è riunito oggi per riflettere su quanto suggerisce la formazione “Laici siate Santi” e sulla Parola “Matteo 20,1-16”.
Dopo l’invocazione allo Spirito Santo e la lettura del Vangelo, Maria Teresa e Rita si soffermano sulla logica di Dio che paga in egual misura gli operai dell’ultima ora e quelli delle prime perché Lui conosce l’animo umano ed agisce con misericordia. Diversamente l’uomo avrebbe corrisposto in proporzione al lavoro svolto. Anche il ladrone crocefisso, ricorda Guglielmo, è stato giudicato per gli ultimi istanti di vita e non per il trascorso, avendo riconosciuto Gesù come figlio di Dio ed avendo accettato la morte come espiazione  dei suoi peccati . Madre Speranza, dice Suor Rifugio, lo chiamava “Ladro del Paradiso”.
Quegli operai, afferma il Coordinatore, siamo noi che veniamo chiamati per lavorare al servizio del  Signore ed anche gli ultimi che risponderanno alla sua chiamata saranno premiati perché, spiega Suor Rifugio, nel Regno dei Cieli la fatica non conta più. Colui che trova  Dio riposa in Lui ma colui che non vuole incontrarlo, sta comunque male, soffre ed è disperato.
Purtroppo oggi, afferma Rita, si crede poco nella Provvidenza e la vita diventa pesante e la croce più faticosa. Le privazioni, interviene Suor Rifugio, rendono più umili ed altruisti facendo capire le necessità degli altri verso i quali spesso si ha un giudizio facile.
La Parabola richiama il laico, dice il Coordinatore, al suo ruolo missionario di annunciare la Parola e se abbiamo veramente, continua Suor Rifugio, la capacità di amare Dio con cuore puro, gli daremo gloria in Paradiso ma se ci salveremo per la sua misericordia, dovremo purificarci in Purgatorio.
Occorre riscoprire ogni volta la nostra identità di LAM, dice il Coordinatore che invita a leggere i primi articoli dello Statuto e rinnovare interiormente l’adesione pronunciata.
Rossana S. ha approfondito la parabola con alcuni scritti di san Gregorio Magno che interpreta nelle ore di lavoro, le varie età dell’uomo: fanciullezza, adolescenza, giovinezza, vecchiaia, fasi nelle quali si è chiamati a lavorare per l’avvento del Regno di Dio, ognuno secondo i propri talenti.
Nuccio afferma di sentirsi chiamato tutti i giorni ma non sempre risponde.   Alla sua risposta, alla sua disponibilità, all’offerta delle sue miserie, il Signore comunque fa sempre  meraviglie. E quel poco che riesce a fare desidera farlo secondo la sua volontà. Più risponde e più si accorge di essere spinto dal Tentatore a tornare indietro ma ubbidire al Signore fa stare bene.
Suor Rifugio invita ad affidarsi al Signore nelle situazioni pesanti perché l’angoscia non serve, non aiuta, non risolve. I risultati li vede il Signore e noi dobbiamo portare la Croce con Gesù.
Anche Caterina pensa che il Tentatore agisca di più quando si è più vicini a Dio.
La via della santità è fare la volontà di Dio, dice Rita, non è una via ambiziosa perché il Signore chiama tutti ai quali riserva la vita eterna. Noi invece facciamo fatica a vederla.
Tutti nasciamo santi, dice Gilberto ma nel contesto in cui si cresce ci si gioca la santità. Suor Rifugio precisa che il Battesimo toglie il peccato originale ma occorre lottare contro le tre concupiscenze.
La riunione termina con una preghiera comunitaria, seguono gli avvisi e la messa celebrata da Don Giuseppe.

Sia lode a Gesù

Franca