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  9 marzo 2014

 

 

 

 

 

VERBALE DEL 9 MARZO 2014

“IN CRISTO GESU’, PER MEZZO DEL BATTESIMO, PARTECIPIAMO DELLA SUA SANTITA’”

Il canto “sia fatta la tua volontà” e la lettura delle parole di Madre Speranza riportate a pag. 39 del libretto di formazione, introducono l’incontro odierno con la riflessione sulla Lettera agli Efesini (1,7-7.11-14).
La riscoperta del Battesimo come Sacramento che inserisce nella vita di Cristo (credenti perché battezzati come dice san Paolo), ha condotto Rossana S. ad un approfondimento maggiore che, nel corso del cammino spirituale intrapreso, le ha fatto capire che “vivere da santi significa vivere secondo lo Spirito delle Beatitudini”. Le ritornano spesso in mente le parole di Padre Gino e padre Arsenio che invitavano a riscoprire il volto di Gesù nel coniuge e le parole di Madre Speranza che nelle fatiche quotidiane l’aiutano a spogliarsi del suo “Io”. Ha aperto così il suo cuore a Gesù rispondendo alla sua chiamata.
Bruno S. ricorda che il Signore prima della creazione ci aveva già scelti predisponendo un progetto su di noi. Ci ha dato una caparra che con le nostre scelte possiamo far fruttificare.
L’iniziativa d’amore è sempre di Dio che ci vuole santi, ricorda il coordinatore, Lui ci ha generato santi e come Padre ci rispetta e ci lascia liberi perché solo a noi spetta rispondergli. Dobbiamo riscoprire perciò il nostro Battesimo nel quale lo Spirito Santo ci ha impresso il sigillo della santità.
Papa Francesco nel celebrare il Sacramento del Battesimo, dice Luciana B., ha domandato se ricordiamo la data del nostro Battesimo perché questa è la festa più importante per un cristiano al quale  viene data una vita nuova, la gioia massima.
Al suo gruppo di bambini che frequentano il catechismo, ha spiegato quindi l’importanza del Battesimo, radice di santità, e il simbolismo del cero pasquale immerso nell’acqua santa, invitandoli a conoscere il giorno in cui sono stati battezzati.
Camminare nella santità è una continua lotta, dice Madre Speranza ma noi dobbiamo chiederci se il nostro agire è gradito a Dio affidandoci alla sua misericordia nei periodi di prova.
“Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi ed immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà….” Le parole di San Paolo, afferma Rita R., le hanno fatto capire che Dio ha su di noi un progetto, una missione che dobbiamo scoprire per portarla a termine con l’aiuto dei doni dello Spirito Santo. Forse per lei è la preghiera ma a ciascuno il Signore ha dato un dono. Dio è Amore e se vogliamo essere sua immagine, anche se sbiadita, dobbiamo mettere in pratica i suoi sentimenti di misericordia, bontà, umiltà, pazienza per non rendere vano il cammino di santità a cui siamo chiamati.
Rossana S. legge una poesia di Trilussa sulla fede:

Quella vecchietta cieca, che incontrai
la notte che me spersi in mezzo ar bosco,
me disse: Se la strada nun la sai,
te ciaccompagno io, ché la conosco:
se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò ‘na voce,
fino là in fonno, dove c’è un cipresso,
fino là in cima, dove c’è la Croce….
Io risposi: sarà….ma trovo strano
che me possa guidà chi nun ce vede….
La cieca allora me pijò la mano
e sospirò: cammina! Era la fede.

 

La santità, dice Gilbero B., ci viene consegnata al momento della nascita per la fiducia di Dio posta in noi e noi ce la giochiamo con quella caparra che ci è stata data. Ma se nel Battesimo siamo fatti santi per richiesta dei genitori che rispondono per la loro fede, da quel giorno noi iniziamo ad agire secondo le indicazioni e gli insegnamenti dei genitori stessi. Qualora i genitori non rispondano a tale missione, si chiede Gilberto, allora ci viene alienata la possibilità di percorrere la santità.
Tutto torna nella maturità con le proprie scelte, interviene Suor Rifugio. La Madre Speranza diceva che noi non riceviamo la santità compiuta ma riceviamo il seme della fede, della speranza e della carità e il terreno è il cuore dell’uomo che, se lavora, fa fruttificare il seme. E’ compito dei genitori indirizzare il bambino che ha dentro di sé e desidera le tre concupiscenze, potere, piacere, avere. Crescendo, il suo cuore deve scegliere, cresce nella misura in cui la fede diventa certezza rispondendo alla volontà di Dio.
Il Battesimo, afferma Pina L., ci purifica dal peccato originale.
Per il Regno di Dio, il Paradiso, continua Suor Rifugio, ci vuole la carità perché nel circuito della carità c’è Dio da cui riceviamo tutto. Sotto di Lui c’è l’uomo al quale ha consegnato il mondo che viene affogato dal fiume del suo Amore che deve tornare a Lui attraverso i fratelli che diventano prova della vita, perché non tutti sono amabili e il fiume si può fermare. Per poter amare, tutti devono riuscire a vedere le persone in trasparenza e cogliere l’immagine di Dio in loro. Madre Speranza ha lasciato scritto in una delle ultime stazioni della Via Crucis che se anche l’uomo sprofonda, le mani di Dio sono sempre pronte a salvarlo. L’uomo che pecca crocifigge e fa morire Gesù, per questo bisogna averne compassione ed aiutarlo a ritrovare l’immagine di Dio dentro di lui.  I giovani di oggi, purtroppo, non vivono il passaggio del rapporto buono con Dio, devono riscoprire in loro il seme della fede, della speranza e della carità.
Gilberto crede che l’essere umano alla nascita abbia la possibilità di vivere e crescere bene ma la libertà lo porta a fare scelte sbagliate ma Suor Rifugio ricorda che dopo la lotta per la santità, c’è la pace e dopo aver dato sufficientemente prova della nostra fede, il Signore risponde nel tempo che Lui ritiene giusto. Il Signore lascia crescere, quello è tempo di credito.
Alla condivisione segue la preghiera comunitaria e gli avvisi.
Sia lode a Gesù.

Franca