Header image  
   
line decor
  HOME  ::  
line decor
   
 
  10 novembre 2013

 

 

 

 

 

Verbale del 10 novembre 2013
 A seguito delle giornate comunitarie vissute il 9 giugno  e il 13 ottobre con i gruppi  di Spinaceto, Traspontina, Succivo e Casilino-2  per riflettere sul tema dello sviluppo della vita spirituale  tenuto da Padre Gabriele (FAM), continuiamo la nostra formazione annuale per approfondire le seguenti verità di fede  professate nel Credo: “Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto”, “Discese agli inferi, il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture. E’ salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”, “Credo nello Spirito Santo”, “Credo la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi”. Di quest’ultima, oggi, condivideremo insieme le riflessioni personali mentre delle altre tre, che abbiamo letto e meditato singolarmente nel periodo di pausa estiva, presentiamo ora una breve sintesi.
Il Vangelo di Matteo (27, 1-2; 11-14; 27-38; 45-61) che narra del processo, della crocifissione e della sepoltura  di Gesù, ci invita ancora una volta a prendere coscienza dei nostri peccati portati da Gesù nel suo corpo sulla croce affinché fossimo guariti dalle sue piaghe. E’ talmente grande la misericordia del Padre che per riconquistare l’amore dell’uomo, paga con il sangue di suo Figlio.
Gesù crocifisso ci aiuta a riconoscere, accettare e ad ammettere la nostra colpa così che dovremmo passare dalla riconoscenza al pentimento e alla disponibilità a riconoscere le nostre mancanze. A fronte di questo immenso dono, cerchiamo di corrispondere quest’amore impegnandoci anche a comunicarlo agli altri, esercitando la carità e dimostrando con le opere chi siamo, come dice Madre Speranza, affinché in noi risplenda il suo spirito e con il buon esempio e la fragranza della santità possiamo attirare anime alla Chiesa.
Sempre Matteo (28, 1-8) ci riconduce al momento della Risurrezione di Gesù, evento centrale della sua vita e della nostra fede perché con essa ha vinto la morte: Egli infatti passa dalla morte ad un’altra vita e consente anche a noi di vivere  la vita nuova perché salvati da quest’evento. Prima di risorgere Cristo è disceso agli inferi affinché anche i morti udissero la voce di Dio e l’annunzio della salvezza “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si piega nei cieli, sulla terra e sotto terra”.
Professando questa verità, vogliamo gettare via, come dice San Paolo, le opere delle tenebre e indossare le armi della Luce e per quanto siano pesanti le difficoltà che incontriamo, non saremo mai separati dall’amore di Dio, manifestatosi in Gesù caritatevole e umile nel scendere personalmente agli inferi. Dice Madre Speranza (El Pan 7,570-573)  che “dopo aver infranto ogni impedimento in virtù del suo sangue, entra trionfalmente nel limbo con gli angeli e con la sua presenza illumina tutte le anime lì raccolte e grande è la sua gloria di averle liberate e avere mantenuto la promessa fatta al buon ladrone. Egli comunica la gloria ai suoi amici, facendoli risorgere in un corpo glorioso e manifesta la sua onnipotenza, suscitando la speranza che risorgeremo a vita nuova se saremo suoi amici”.
Nel credo professiamo anche  la fede  nello Spirito Santo che con la simbologia del vento e del fuoco (Atti Ap. 2,1-13), che indicano la forza irresistibile di Dio, riempie i cuori degli apostoli rendendoli capaci di “parlare altre lingue” ed iniziare al loro missione.
“E’ lo Spirito Santo il vero motore dell’evangelizzazione” dice Papa Francesco, e a Lui dobbiamo affidarci  senza aver timore di cosa ci chieda e dove ci guidi. Lui ci renderà capaci di vivere e testimoniare la nostra fede, e illuminerà il cuore di chi incontriamo. Ed è lo Spirito Santo che dà vita alla Chiesa e guida i suoi passi. Ma chi è lo Spirito Santo che la simbologia evangelica rappresenta come una colomba?  Lo Spirito Santo, dice Giovanni Paolo II, “è persona-dono, è l’espressione personale del donarsi, dell’essere- amore” di Dio. Lo Spirito Santo si può definire perciò come la relazione d’amore che procede dal Padre al Figlio e che dal Figlio ritorna al Padre. Lui riesce a modellare nel nostro cuore e nella nostra vita l’immagine di Cristo,  ci fa scoprire il progetto di Dio su di noi, perché rendendoci figli nel battesimo, ci unisce intimamente a Lui. Non servi del padrone quindi, ma figli perdonati e rigenerati pienamente dal Padre. Abbandoniamoci fiduciosi e sereni all’Amore paterno e ricerchiamo ogni volta nella preghiera l’unione con Lui.
“Nel silenzio della preghiera, dice Madre Speranza, è dove parla al nostro cuore il nostro Dio, è lì dove si sente di più la sua voce, è lì dove lo Spirito Santo ci comunica, oltre ai doni di scienza e di intendimento, quello di saggezza, per il quale assaggiamo la verità della fede.”(El Pan 20,889).
Dopo l’esposizione riassuntiva preceduta dalla preghiera del V giorno contenuta nella Novena all’Amore Misericordioso lasciataci da madre Speranza e dalla preghiera del Padre Nostro, iniziamo la lettura del Vangelo di Luca (22, 14-20, 31-32), del brano tratto dall’Apocalisse (14,1-5) e della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi (10, 16-17) che ci introducono alla meditazione del “Credo la Santa Chiesa Cattolica, la comunione dei Santi”.
A proposito, Franca legge le parole di Papa Francesco pronunciate nelle Omelie del 9 e 30 ottobre, che servono a chiarire e a stimolare meglio l’argomento.
“La Chiesa, dice il Papa, è cattolica perché è lo spazio in cui viene annunciata tutta intera la fede, in cui la salvezza che ci ha portato Cristo viene offerta a tutti. La Chiesa ci fa incontrare la misericordia di Dio che ci trasforma  perché in essa è presente Gesù Cristo, che dona la vera confessione di fede, la pienezza della vita sacramentale, l’autenticità del mistero ordinato…….possiamo dire che è come nella vita di famiglia; in famiglia a ciascuno di noi è donato tutto ciò che ci permette di crescere, di maturare, di vivere…..La Chiesa non è un gruppo di élite, non riguarda solo alcuni…è inviata alla totalità del genere umano. La Chiesa è cattolica, perché è la “Casa dell’Armonia” dove unità e diversità sanno coniugarsi insieme per essere ricchezza……e qui chiediamoci nelle nostre comunità viviamo l’armonia o litighiamo fra noi? Nella mia comunità parrocchiale, nel mio movimento, dove io faccio parte della Chiesa, ci sono chiacchiere? Se ci sono chiacchiere non c’è armonia, ma lotta. E questa non è la Chiesa.”
Sulla scia di queste parole, Renzo ricorda le parole “mordersi la lingua” che invitano a non sparlare dei fratelli  perché, dice il Papa, “siamo una sola cosa come Chiesa”. E sebbene inseriti nelle propria Parrocchia, ci sono momenti o eventi particolari che ci fanno rendere conto di essere parte di una universalità.
Sensazione questa vissuta anche da Rossana S.  in occasione di un’ omelia ascoltata nella Parrocchia di Santa Maria Mediatrice.
E’ nella comunione dei Santi infatti che ritroviamo la nostra unità di cristiani e per questo occorre pregare affinché venga aumentata la nostra fede.
Oggi noi dobbiamo credere alla Parola, dice Bruno S. perché non ci troviamo nella situazione di Zaccheo che pur salito sull’albero per vedere Gesù, viene chiamato a suo seguito da Gesù stesso che si reca a casa sua.
Il credere senza vedere ci interpella perciò tutti i giorni per accrescere la nostra fede.
“La comunione dei santi, dice il Papa nell’omelia del 31 ottobre,  (letta da Franca), è una verità tra le più consolanti della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una comunione  di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo…… La  Chiesa, è comunione con Dio, familiarità con Dio, comunione d’amore con Cristo e con il Padre nello Spirito Santo….questa relazione tra Gesù e il Padre è la matrice del legame fra noi cristiani: se siamo intimamente inseriti in questa matrice, in questa fornace ardente di amore, allora possiamo diventare veramente un cuor solo e un’anima sola tra noi, perché l’amore di Dio brucia i nostri egoismi, i nostri pregiudizi, le nostre divisioni interiori ed esterne. L’amore di Dio brucia anche i nostri peccati”.
Gesù, interviene Rita R., ha riparato con la sua vita all’offesa della disobbedienza fatta a Dio da Adamo ed Eva e in virtù della riparazione di Cristo che ama la sua Chiesa, ci dobbiamo sentire tutti  in egual misura parte di questa. Dobbiamo tener presente sempre le parole ripetute nell’Incontro Coniugale “tutto ciò che unisce viene da Dio, tutto ciò che divide viene dal male”.
Luciana B. ricorda l’instancabilità di Dio nel ricercare l’amore dell’uomo come annunciato da Madre Speranza: è il Dio misericordioso e non punitivo , fondamento del nostro Carisma.
La misericordia del Padre non va però generalizzata, precisa Franca, essa richiede sincero pentimento e conversione da parte del peccatore.
I messaggi sulla misericordia di alcuni mistici, dice Bruno S., ci possono aiutare nel nostro cammino spirituale, sebbene, interviene Caterina B., deve essere il Vangelo la nostra vera guida.
Su questo tema continua il confronto: sull’esigenza da parte di qualcuno ad approfondire con letture, scritti e messaggi la fede.
 La Chiesa, nonostante sia formata da peccatori, è per tutti e chiama tutti alla santità, perché essa è santa in virtù di Cristo.
Con queste parole il coordinatore richiama quanto detto dal Papa e cioè che tutti portiamo con noi i nostri peccati ma dobbiamo chiedere al Signore di aiutarci, di farci tornare a Casa dove Dio ci aspetta, ci abbraccia, ci fa festa. Il Signore ci vuole parte della Chiesa per essere trasformati dal suo amore, ci fa incontrare Cristo nei sacramenti e sta a noi farci trasformare. Non dobbiamo aver paura di farci contagiare dalla santità di Dio, di lasciarlo agire, dobbiamo aver fiducia nella sua Grazia. Il Signore  aspetta tutti.
Ci ritorna a questo punto la bella immagine presentata da padre Gabriele nelle giornate comunitarie: “Ciò che la grazia realizza in una persona non la realizza in un’altra perché la corrispondenza di uno non corrisponde a quella di un altro. Il Signore non fa mai delle fotocopie ma dipinge quadri originali per ciascuno di noi Sotto l’azione del suo Spirito ognuno può divenire un capolavoro unico e irripetibile.”
Il peccato porta alla sofferenza, riflette Anna Maria (uditore), trasforma la nostra conversione e conduce all’intimità con Dio tramite la preghiera. L’esperienza di vita porta a maturare la fede e a dare testimonianza agli altri.
L’agonia del Padre ammalato sul letto di morte che non si è mai lamentato con Dio, e che ha sempre testimoniato per l’unità familiare, dice Lucia B., l’ha mossa a portare frutto nella sua esperienza a Londra.
Dopo la condivisione, il coordinatore legge alcuni scritti tratti dalle prime trenta pagine del diario di Madre Speranza per ripercorrere insieme la sua vita e il messaggio lasciatoci. La beatificazione che si terrà a Collevalenza il 30 e 31 maggio 2014 e il 1 giugno a  San Pietro, ci invita a riflettere con maggiore convinzione sull’appartenza all’ALAM e sull’annuncio del messaggio dell’Amore misericordioso da estendere a quanti incontriamo e ci impegniamo, come missionari,  ad incontrare.
Seguono gli annunci.

Sia lode a Gesù
Franca