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  10 febbraio 2013

 

 

 

 

 

VERBALE DEL 10 FEBBRAIO 2013

 

Con la sequenza allo Spirito Santo inizia il cammino di formazione annuale improntato su “IO CREDO”  nell’anno della fede proclamato dal Papa. Il coordinatore introduce l’argomento odierno soffermandosi sulla prima strofa del Credo Niceno Costantinopolitano e dopo la lettura della lettera di auspicio dei responsabili della Congregazione Madre Speranza Montecchiani e Padre Aurelio Perez e del coordinatore internazionale Gaetano Storace riportata sul testo di formazione, si condivide il primo e secondo paragrafo del Credo del Popolo di Dio  di Paolo VI.
Con le parole di Madre Speranza  “Dammi, Gesù mio, una fede viva, fa che io osservi fedelmente i tuoi divini comandamenti… e corra sulla via dei tuoi precetti” si rinnova il nostro cammino di laici alla sequela dell’Amore Misericordioso e si riflette sul brano del libro dell’Esodo (Es. 3,1-15) e sul Vangelo di Giovanni (1,18; 6,46-47; 7,16 e 17,20) indicati  dalla formazione di oggi.
Suor Rifugio precisa che con l’affermazione “Io sono il Dio di tuo Padre”, l’Eterno Dio promette l’alleanza, l’oggetto della speranza di far parte del suo alveo divino a condizione di diventare Amore come Lui. Le tre virtù cardinali infatti sono interdipendenti e saremo nell’Eternità se diventeremo Amore.  Le filosofie attuali che negano Dio sono invece prive di speranza ma “Dio è” ed è al primo posto “Io sono il Signore Dio tuo” e l’anima che vuole riunirsi a Lui lascia il corpo nel momento che lo vede ed ha la sua visione. Suor Rifugio fornisce inoltre ulteriori notizie sulla Genesi, sul peccato originale di Adamo ed Eva e sui Patriarchi che hanno parlato con Dio seppur non sappiamo in che modo l’abbiano visto, spiegando che la storia dei primi popoli, chiamati all’alleanza dal Signore, ce li mostra sempre in discordia tra loro, bisognosi  di civilizzazione.
Renato e Luciana P. partecipano la loro riflessione di coppia vedendo confermato nel Credo il loro essere cristiani. Nel Nuovo Testamento, dicono, Gesù è il mediatore tra Dio e il popolo e in Lui dobbiamo credere perché deve essere posto al centro della vita coniugale. La fiducia non può poggiarsi su stampelle umane per raccogliere consensi dalla società ma deve illuminare fede e ragione per confidare soltanto nell’intervento del Signore che agisce tramite l’insondabile (persone e segni). La risposta del Signore arriva sempre se si crede e si ripone fiducia in Lui ma non bisogna aspettarsi nulla, occorre invece lavorare sulle proprie negatività e toglierle dal di dentro. Vanno capite poi le criticità che ci vengono mosse per cercare di migliorarsi. Farsi illuminare dalla fede significa appoggiarsi a Gesù e a quello che ha detto e fatto perché la fede fa luce sulla strada da percorrere che con  la ragione si sceglie. Fede e ragione si compendiano. Ci si dirige così contro una mentalità relativista per cercare di portare la Chiesa familiare agli altri. Questo non significa non sbagliare ma significa confrontarsi.
I momenti di sbandamento, riferisce Guglielmo M., ci sono stati anche per lui che ha sentito lontano Dio, come un Dio sconosciuto ma conoscendo poi Gesù, ha imparato poi a capire il Padre.
Gesù infatti, dice Suor Rifugio, è l’espressione del Padre, il Verbo che è Parola. Gesù ce lo ha fatto conoscere con parole umane affinché avessimo con Lui un rapporto filiale come lo ha avuto Madre Speranza e a proposito Franca L. legge parte della catechesi di Benedetto XVI del 30 gennaio 2013 nella quale il Papa  si sofferma sull’ affermazione del Credo “Dio è il Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra”.
Oggi purtroppo, continua Suor Rifugio, Dio è rifiutato e i veri cristiani sono pochi ed Elisabetta L. invitando alla preghiera, ricorda il Curato D’Ars che pregava continuamente nonostante la scarsa partecipazione alla messa da parte della gente perché il Signore, egli diceva, agisce comunque.
La formazione odierna infatti, dice Franca, ci fa riflettere sulle parole:
“Dio, nella sua bontà e sapienza, si rivela all’uomo. Con eventi e parole rivela Se stesso e il suo disegno di benevolenza, che ha prestabilito dall’eternità in Cristo a favore dell’umanità”
Elisabetta L. si sofferma ancora su “Io sono il Dio di tuo padre…..” rivelato a Mosè, affermando che, personalmente, ha voluto conoscere Dio e ha voluto amarlo non per obbligo ma per ragione e fede portando la sua testimonianza anche nell’ambiente di lavoro per far capire quanto possa essere entusiasmante ed esclusivo stabilire un rapporto con il Signore che ci fa sentire amati.
Nelle relazioni con le persone, afferma Renato P., il Signore chiede correttezza e disponibilità e non giudizi e questo perché, precisa Suor Rifugio, come cristiani ci si deve riappropriare della propria identità rispondendo con consapevolezza proprio in quest’anno della fede. Il Catechismo della Chiesa cattolica rappresenta la base da riscoprire da parte di ciascuno. I valori sono il fondamento della famiglia e vanno alimentati durante il cammino di fede per portare alla luce anche qualche aspetto non aderente al Vangelo.
Il cammino di fede, continua Elisabetta L., l’ha aiutata a superare le sue difficoltà perché il confronto spirituale fa riflettere per ricevere forza dal Signore. Occorre abbandonarsi nelle sue mani ed aprirGli un piccolo spiraglio affinché Lui si riveli come Padre nonostante le nostre cadute.
Rodolfo F. legge allora le parole di Madre Speranza tratte da El Pan 5,119-120:
“Chi ha la grazia di avere lo spirito di fede corre e vola, sembra un carro di fuoco. Non la rattristano le umiliazioni, non la turbano le prove, non la fermano le tribolazioni, l’obbedienza non le pesa, né la fa soffrire la povertà. Queste anime si buttano a compiere il proprio dovere senza paura del sacrificio, della sofferenza, né del lavoro. Lo spirito di fede produce nell’anima questa  trasformazione…..” offrendo a proposito la sua testimonianza di disponibilità e di amore a servizio di un’Associazione di portatori di  handicap.
Seguono momenti di condivisione fraterna molto intensi ed arricchenti e la preghiera finale con invito a sostare davanti al Tabernacolo per contemplare l’insegnamento della formazione odierna.

Sia lode a Gesù

Franca