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  13 novembre 2011

 

 

 

 

 

VERBALE DEL 13 NOVEMBRE 2011

La riunione odierna vede riuniti i LAM per meditare e condividere insieme la proposta formativa di “Dove due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” che presenta  i valori e le regole della Comunità-famiglia animata dall’Amore Misericordioso.
Il coordinatore  procede con la lettura della Parola di Dio e con la preghiera del  Padre nostro e dopo la proiezione delle slide che sintetizzano il percorso formativo di oggi, si approfondisce la lettera di San Paolo agli Efesini 4,1-6 con riflessioni individuali.
Per Bruno S., Dio è  alla ricerca amorosa per tutti e come Lui, anche noi LAM dobbiamo avere la stessa passione e insistere nell’amore affidandogli i fratelli. Non sempre in Comunità si respira sincerità e misericordia perché è facile il mormorio; la misericordia e la giustizia si ottengono invece con l’ascolto della Parola. Vivendo la misericordia si scopre la propria nullità e la necessità di costruire insieme l’amore vicendevole. Fede e servizio responsabile ci devono guidare nel cammino.
Per Caterina B. la lettura attenta della riflessione riportata dal testo di formazione le ha rivelato che la vocazione riguarda anche la coppia, perché amare Cristo crocefisso e risorto invita ad imitarlo. Dovremmo essere persone forti nella pazienza, nella carità e soprattutto in famiglia il loro esercizio diventa un allenamento continuo come in palestra. Spesso si rinuncia ad amare scegliendo la via più facile ma importante è l’intenzione a diventare servi inutili.
Riportando per iscritto i suoi pensieri e i suoi sentimenti, dice Caterina B., ha capito maggiormente il significato di quanto ci è stato suggerito dal testo.
Elisabetta L. è rimasta colpita dai frutti che si ottengono in Comunità se si persevera in questo Paradiso, come promesso dalla Santa Vergine.
Il cammino di conversione e le testimonianze dei fratelli aiutano a cambiare la propria vita. In Comunità infatti si fa esperienza del Signore che porta ad impostare il proprio atteggiamento in famiglia e verso i fratelli così che questi sentimenti di umiltà e di consapevolezza dei propri limiti, portano all’unione nelle mani del Signore. Dio Padre e Madre indica il cammino della fiducia perché Lui opera nelle grandi e piccole cose: è la meraviglia della sua Grazia.
Nonostante difficoltà ed imperfezioni Roberto C. continua a fare esperienza di Amore Misericordioso nel quotidiano, prestando servizio nella sua Parrocchia. La volontà e la fiducia in Dio l’aiutano comunque a superare le conflittualità personali ed esterne che gli si presentano perché se “il chicco di grano non muore non produce frutto”. Occorre perciò accettare la croce in tutto e non solo a metà.
Il Signore trasforma il male in bene, afferma Caterina C. condividendo un’esperienza avuta con la mamma di un amichetto di suo figlio. L’atteggiamento negativo e provocatorio assunto da questa in un loro confronto, l’ha indotta d’istinto a rifiutarla e a rinunciare alla sua presenza ma offrendo poi al Signore le proprie fragilità nella preghiera costante per tre giorni, ha potuto sperimentare l’abbraccio evangelico verso il fratello che sembrava perduto. Il cammino intrapreso nella conoscenza dell’Amore Misericordioso l’ha aiutata e per questo ringrazia il Signore perché non c’è discordia al mondo che non possa guarire. Gesù guarisce chi ricorre a Lui e Roberto C. conferma che il perdono si vive prioritariamente in famiglia.
A proposito Rita R. richiama le parole di San Paolo per vivere degnamente la vocazione che abbiamo ricevuto.
La Grazia di Dio, continua Caterina C., è un dono se lo si vuole ricevere.
Suor Rifugio ricorda che il perdono  redime perché, come dice Gesù nel “Padre nostro”, Egli offre tante occasioni per la conversione e non dà il più se si può dare solo il meno. Il Signore lavora sul cuore degli uomini.
I giovani, interviene Silvia P., rispondono purtroppo con la forza alle offese e alle provocazioni e non con l’amore: la ribellione in loro è spinta dall’istinto e questo non li rende consapevoli che l’atteggiamento misericordioso è quello giusto.
La misericordia infatti risana le situazioni, afferma Suor Rifugio, essa va oltre la giustizia.
Che cos’è la Grazia? Si è interpellata Rita R. cercando una spiegazione etimologica sul dizionario che la definisce come dono soprannaturale per raggiungere la salvezza.
Rita dice di aver  capito che con un atteggiamento misericordioso si salgono quei gradini della scala che conduce al Paradiso. Le parole di San Paolo contenute nella lettera agli Efesini “prigioniero dello spirito” e il loro approfondimento sul significato del “farci imprigionare dal Signore nelle nostre miserie”, ci spingono a cambiare la nostra vita.
San Paolo comunque, spiega Suor Rifugio, da vero prigioniero nelle carceri di Roma, aveva saputo evangelizzare con fede forte. La fede non ritratta l’adesione a Dio e nell’anno della fede indetto per il 2012 dal Papa, dobbiamo capire che con la fede, quale prima virtù della religione, riusciamo a dare risposta alla richiesta del Signore. E’ il cammino che Egli ci indica. La vita è tutta una preghiera e rivedere la propria anima alla luce di Dio è già preghiera e unione di cuori con LUI. Ogni cosa è preghiera se fatta con amore così come il servizio per i fratelli. Le cose piccole della giornata ci aiutano ad impostare la nostra vita. Occorre dare più spazio all’anima perché Dio sa ciò che è giusto: Egli legge in ognuno di noi ed ognuno deve rispondere con serietà.
Rinaldo E. si chiede allora se la forza negativa che ci spinge a sbagliare sia proprio dentro di  noi perché nella vita quotidiana si fa fatica a pensare con il cuore di Dio.
Bisogna allenare il corpo, spiega Suor Rifugio, per disciplinare la nostra natura perché la natura non ci deve schiavizzare ma deve essere dominata.
Anche verso i figli, interviene Caterina C., è necessario assumere un atteggiamento di disciplina e Silvia P. condivide le sue sensazioni provate nel vedere un film, da cui ha imparato che il danno provocato dai “Si” e non dai “No” detti dai genitori ai figli, può essere molto forte e può trasformare irresponsabilmente la loro vita.
A proposito Renato P. conferma che l’atteggiamento dei genitori deve essere equilibrato ma pone difficoltà, laddove si viva una situazione delicata e problematica di salute da parte di un figlio. Occorre innanzitutto accettare, in comunione di coppia, di procedere con regole e preghiera, perché anche la malattia necessita un comportamento disciplinato e di fiducia nel Signore. I miglioramenti ottenuti e la risposta positiva da parte del figlio, lo confortano sul livello d’attenzione prestato.
La Comunità aiuta a vivere nel quotidiano e nell’ambiente di lavoro con più misericordia. La malattia del figlio gli ha offerto e gli offre un’esperienza stupenda per migliorare ed infatti la Comunità, dice Caterina B., avverte il suo cambiamento.
Tale condivisone suscita nei presenti sentimenti di commozione, di sostegno, di comprensione e di amore nei suoi confronti.
Madre Speranza, ricorda il coordinatore, ha scritto sull’umiltà, la carità, la fiducia: esse devono essere le nostre armi di difesa.
Suor Rifugio spiega che l’annientamento di Gesù si è verificato con la sua entrata cosciente nell’utero materno: il Signore ci ha salvati fin dal primo momento, per questo il dolore va attraversato con l’accettazione per essere redenti.
La forza nel dolore, afferma Elisabetta L., proviene dal Signore ed Elisabetta S. ringrazia del confronto avvenuto oggi perché ha potuto accomunare la sua esperienza di vita con quella di alcuni fratelli. Bisogna affidarsi a Dio e ringraziarlo perché dolori, malattie, situazioni difficili offerte a Lui, assumono una realtà diversa. Le spine nel fianco della propria vita diventano così più sopportabili e le croci pesanti possono essere affrontate con amore.
Ecco come la Comunità e l’Associazione diventano famiglia, dice Suor Rifugio, Quando i giochi sono finiti, rimane la Grazia che apre la rivelazione. San Giuseppe infatti, a tempi scaduti per prendere la delicata decisione di allontanare Maria, vede l’Angelo che gli indica la via.
Bruno S. ricorda che nella preghiera di affidamento al cuore di Gesù si invita a bussare al suo cuore con fede.
Il mistero dell’uomo è indecifrabile, continua Suor Rifugio,  rispondendo a Barbara S.. L’uomo può allontanarsi dal cammino spirituale ma questo l’aiuterà comunque a non perdersi. Il gruppo ha una propria dinamica ed è stato scelto per esercitarsi nell’Amore Misericordioso. I difetti dei fratelli non devono scoraggiare e la strada va seguita ad ogni costo con consapevolezza. Anche nel matrimonio il confronto sulle diversità reciproche aiuta a crescere.
Occorre affinare la coscienza, interviene Franca L., perché più la coscienza matura nella consapevolezza dell’essere peccatori e di avere misericordia continua dal Signore, più si avverte l’esigenza prepotente della sua presenza in se stessi e in ogni cosa.
Rita R. riporta da un testo sul bene e sul male presenti nell’uomo, che il male scompare nel momento in cui le scelte del bene si moltiplicano. Nei Misteri della Luce commentati da Madre Speranza, si legge che se si cresce nella scelta del bene, il male regredisce e la creatura diventa Tabernacolo di luce. L’orgoglio deve essere combattuto con tutte le forze.
Noi vorremmo chiedere tante cose non realizzate al Signore, riflette Barbara S. ma l’insegnamento di Cristo ci porta ad esigere la comunione fraterna mettendo da parte i propri interessi per il bene comune perché è importante uscire dal proprio io per crescere ed amare.
Il brano evangelico “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome…” insegna ad avere una concordanza di cuori, ad ascoltare le esigenze degli altri. L’essere uniti veramente in Cristo come coppia o come Comunità rientra nella maturazione personale.
Le relazioni a due purtroppo, afferma Suor Rifugio, non sempre danno una risposta positiva ma possono comunque essere motivo di crescita spirituale.
Pina racconta un episodio avvenuto nella sua classe di scuola elementare a proposito di superbia e del modo per vincerla. E’ riuscita a trasmettere l’insegnamento ai bambini  ricevendo soddisfazione in particolare da uno che ha riconosciuto la marachella fatta a danno di un altro. La gratificazione dell’abbraccio affettuoso offertogli da Pina ha reso il piccolo reo confesso più fiducioso e più sicuro..
Bisogna pregare anche per quei ragazzi, dice Suor Rifugio, che si sono resi responsabili della profanazione della statua della Madonna  e del Crocifisso nella Chiesa dei SS. Marcellino e Pietro al Labicano durante la manifestazione pro-precari. C’è stata l’esigenza di testimoniare  visibilmente la misericordia recandosi sul posto con  alcuni del gruppo ed alcuni di quello della Traspuntina. Il demonio infatti lotta continuamente contro Gesù e vuole trascinare a sé l’uomo.
La riunione si scioglie con l’invocazione allo Spirito Santo e con la preghiera al Padre nostro.

Franca L.