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  13 marzo 2011  

 

 

 

 

VERBALE DEL 13 MARZO 2011

“Dov’è tuo fratello”

 

Approfondiamo ancora nell’incontro odierno il significato che ogni uomo è fratello dell’altro uomo, avendo un solo Padre.
Il brano della Genesi 4,1-16 che narra la storia dei primi due fratelli del genere umano, Caino ed Abele, evidenzia l’aspetto psicologico dell’uomo che non accetta la diversità dell’altro  fino a rifiutarlo e a cancellarlo. L’IO prende il sopravvento ricorrendo all’omicidio cioè alla negazione di quel qualcuno con cui non riesce a relazionarsi.
La società di oggi offre purtroppo numerosi episodi di mancanza di solidarietà e di carità, di intolleranza e di violenza verso il prossimo, soprattutto nei confronti di persone diverse per estrazione sociale, credo religioso e politico, colore della pelle ed altro; l’indifferenza egocentrica dell’individuo ha minato sensibilmente la stabilità e la valorizzazione dei rapporti tra gli esseri umani dimenticando che ogni uomo, in quanto creatura, è chiamata alla relazione con Dio e poi a quella con gli altri suoi fratelli. Occorre fare una forte revisione di se stessi e trasformare un lui in tu,  perché non è possibile dirsi cristiani affermando di amare Dio senza amare gli altri.
Accogliere il fratello significa perciò accettare tutto di lui, il suo modo di essere in quanto figli dello stesso Padre che ci ha donato il suo unico figlio, che si è fatto nostro fratello e perciò siamo tutti fratelli in Cristo.
Esaminiamo attentamente i nostri atteggiamenti nei confronti degli altri con i quali ci relazioniamo ed interroghiamoci sinceramente se li consideriamo nostri fratelli in Cristo.
Il canto dell’associazione e la preghiera per la santificazione di Madre Speranza riunisce i presenti nello spirito di condivisione.
Prima di iniziare il lavoro di comunione, seguono gli avvisi per il Convegno ALAM del 6/8 maggio a Collevalenza “Gesù Vita” con relativa elezione dei delegati del gruppo che parteciperanno all’Assemblea elettiva. Si danno informazioni anche sul  Congresso Mondiale della Misericordia che si terrà dal 1° al 5 ottobre a Cracovia e sulla giornata di spiritualità fissata per il 27 c.m. insieme ai gruppi della Traspontina e Spinaceto e Padre Gabriele che parlerà di “Madre Speranza modello di santità”.
La lettura del passo biblico invita a momenti di riflessione, in cui ciascuno si confronta con la Parola. Maria Teresa C. si sofferma   sui motivi del non gradimento a Dio dell’ offerta di Caino, che, chiarisce Suor Rifugio, non aveva un cuore puro e ben disposto come quello di Abele. I due figli di Adamo ed Eva avevano ereditato, a causa del  peccato originale, le inclinazioni positive e negative  e queste ultime avevano prevalso in Caino, innescando in lui l’invidia e la gelosia nei confronti del fratello. L’invidia, infatti, riconosciuto come un vizio capitale, porta all’omicidio di Abele. Il Signore continua a cercare il dialogo con Caino che non pare però pentito :”Sono forse io il custode di mio fratello?”
La figura di Caino indica, dice Rita R.,un sentimento di ribellione verso Dio che si riscontra nelle parole “Caino ne fu molto irritato”; il suo volto abbattuto e rivolto in basso rivelano la sua insincerità e le sue cattive intenzioni che lo svergognano davanti al Signore che lo aveva già messo in guardia dal suo istinto malevole.
Renzo B. riflette sulla bontà del Creatore che ha un progetto su ognuno di noi, che non sempre accogliamo lo spirito d’amore e adottiamo un comportamento non conforme ad esso.
Anche Adamo ed Eva, afferma Suor Rifugio, non si erano resi conto delle conseguenze del peccato ma Dio è dovuto intervenire per correggerli e riportarli sul suo cammino. Affinare il senso del peccato aiuterebbe l’uomo ad evitarlo, a non sottomettersi ad esso e a non subirne le conseguenze.

L’uomo deve accogliere il perdono del Signore ma deve avere l’umiltà di chiederlo. Caino e Giuda non hanno avuto umiltà e non hanno chiesto.
Caino, riflette Bruno S. voleva primeggiare e la superbia lo ha tradito.
La disponibilità del cuore può essere motivo di salvezza o di condanna nel ricevere l’Eucarestia, dice ancora Rita R. e così è stato per Caino.
Occorre avere il senso del peccato, insiste Suor Rifugio, per non cadere nelle trappole del demonio che è lo specialista dell’inganno. Il male è intorno a noi e bisogna essere pronti ad affrontarlo. “Candidi come colombe ed astuti come serpenti”.
Gli associati ALAM devono aiutare anche i giovani  a ritrovare i buoni valori che non hanno ricevuto e per questo si perdono in comportamenti immorali.
Il brano odierno, ci invita e ci interroga comunque, ricorda Franca L.B., a rivedere il nostro atteggiamento di accoglienza nei confronti dei diversi, della famiglia, del vicinato e dell’ambiente lavorativo.
Le espressioni letterali del brano, interviene Gilberto B., inducono a pensare che Dio nutrisse per Abele una preferenza, che diviene causa di malessere e disagio nell’animo di Caino che si ribella. Anche nelle famiglie si riscontrano danni psicologici in quei figli trattati affettivamente in modo diverso tra loro. Appare poco chiaro se Caino chieda o no di essere perdonato perché Dio promette vendetta a colui che tenterà di ucciderlo. La vendetta tra l’altro, non rientra nello spirito cristiano. La lettura del brano, perciò, si presenta di difficile interpretazione se non supportata  da apposita  preparazione e spiegazione.
Chiarisce Suor Rifugio infatti, che l’accoglienza vera del fratello non deve cadere nel relativismo, perché occorre essere custode del proprio fratello nel significato più profondo di custode della verità.
Nella Bibbia si legge come Dio cerchi di far capire all’uomo qual è il bene e qual è il male e cosa è male in sé, perché il demonio  illude il suo servitore ripagandolo comunque con le conseguenze del peccato.
Caino non ha ascoltato gli avvertimenti del Signore perché di indole cattiva.
La prova diviene necessità per il cristiano il cui “sì” deve avere una risposta vera e convinta.
Esistono tuttavia, dice Silvia P., difficoltà obiettive a relazionarsi con un prossimo diverso per cultura e credo come gli extracomunitari e Pina La V. ricorda che il rispetto va offerto a tutti, mussulmani e cristiani e  questi ultimi devono pretendere il rispetto con la testimonianza della loro fede.
Renzo B. si sofferma ancora sul passo biblico osservando che Dio sceglie nei suoi disegni i più piccoli (Abele, David, Giuseppe), come a voler indicare la purezza del cuore quale strada di perfezione.
Accogliere il fratello significa “accettare tutto di lui e per quello che il Padre spera che diventi anche per mezzo del mio cuore”  si legge nel libretto di formazione perché, aggiunge Renzo B., ciascuno deve diventare strumento dell’Amore di Dio.
Con la preghiera e la fiducia in Dio, dice Suor Rifugio ritorna il frutto delle buone azioni compiute. I figli ad esempio, che hanno ricevuto degli insegnamenti validi e che attraversano fasi di confusione e sbandamento, ritroveranno il retto cammino.
Nelle situazioni che si sono alternate nel corso della sua vita e del suo cammino di fede, Elisabetta L. ha imparato a conoscere se stessa e soprattutto Dio, Amore e Padre. La sofferenza per le cadute nel peccato, ci portano a capire e a crescere. Caino che forse comprende il vuoto abbracciato, rispecchia l’uomo che sbanda e si perde. Di fronte alla misericordia di Dio, l’uomo deve imparare però l’umiltà e  rialzarsi. Il sì ferito lo trasforma nel profondo.
Il passo della Genesi, va letto con gli occhi della fede, afferma Sergio R., per riuscire a capire cosa vuole dire il Signore perché il tenore letterale può fuorviare portando a una critica  non costruttiva ed insignificante. Il discernimento cioè la non durezza del cuore, ricorda Suor Rifugio  aiuta nella comprensione; occorre  affinare il senso del peccato con l’esercizio delle virtù.
Le parole di Madre Speranza sulla carità e sulla santità, proposte per la meditazione odierna, interrogano Tommaso L. sugli episodi di intolleranza offerti dalla società di oggi: l’ipocrisia della gente consiste nel non voler vedere la realtà esistente, nel non voler affrontare la povertà e la disperazione degli affamati, dei tanti profughi libici. Il mondo deve cambiare profondamente e le persone devono assumere atteggiamenti generosi le une verso le altre, non dimenticando la storia dell’umanità, non dimenticando di essere fratelli.
Non si può purtroppo salvare il mondo intero, affermano Caterina B. e Bruno S. e ciascuno nel proprio piccolo, deve fare quello che può, seppure, aggiunge Silvia P., l’unione e la comunione dei fratelli aiuta se stessi e gli altri a migliorare le cose.
Bisogna infatti creare il clima del cristiano, dice Suor Rifugio, cioè accendere una piccola luce che offre accoglienza in casa e fuori. Accogliere il diverso o il mussulmano non deve però prescindere dalla verità che vive solo in Cristo risorto.
Non si può neppure prescindere, interviene Maria Teresa C., dall’essere vigili nei confronti di coloro che vestono i panni della povertà per ingannare ed estorcere denaro al prossimo e, a proposito, confortano e guidano le parole di Madre Speranza.
I giudizi temerari, spiega poi Suor Rifugio su richiesta di Elisabetta L., sono peccati di giudizio che portano a valutare le intenzioni dell’altro. Si possono giudicare le azioni sbagliate ma non le intenzioni; spesso  si giudicano invece i difetti trascurando le virtù e con tale metro si classificano le persone.
La correzione fraterna è difficile, dice Sergio R., e può causare fraintendimento e separazione tra le persone; certamente, interviene Elisabetta L., l’opportunità nella correzione dà maggiori frutti.
Dire la verità al fratello, può far reagire il bambino che è dentro di noi, spiega Suor Rifugio, emerge la fragilità acquisita a seguito della propria esperienza vissuta. L’atteggiamento di correzione va misurato con la misericordia.
Le parole d’altronde servono a poco, osserva Gilberto B. perché sono i fatti e le opere che danno testimonianza e la condivisione e la comunione richiamata da Silvia P., estesa e praticata da tutti, soprattutto dai responsabili dei Governi, non causerebbe lo sfruttamento dei popoli.
Tuttavia, qualora si assuma un atteggiamento interpretativo delle azioni del fratello che porta alla sua correzione, questa  non è condannabile, aggiunge Suor Rifugio, se mossa da buone intenzioni. Il puntare il dito l’uno verso l’altro, purtroppo, inficia il rapporto.
Non giustifica invece il voler conoscere  le verità del fratello con un atteggiamento investigativo, sebbene la condivisione dei problemi possa essere talvolta d’aiuto. Bisogna evitare la curiosità di scavare nella vita dell’altro.
Pensare poi di dirigere la vita degli altri è sbagliato ma l’atteggiamento direttivo è un bene  per i figli  ma occorre il giusto modo di far capire loro i consigli.
Anche nei gruppi si può verificare che qualcuno assuma questo tipo di atteggiamento che impone e non rispetta la libertà di scelta dei componenti .
Non è condivisibile neppure l’atteggiamento disertore che porta a disinteressarsi dell’altro e a non costruire un dialogo fattivo  conducendo così al peccato di omissione.
E’ difficile crescere, afferma Gaetano L.V. per le passioni e le limitazioni umane ma la grandezza del Signore è tale che in Lui si trova una guida e un porto sicuro.  La partecipazione alle riunioni mensili l’ha aiutato a crescere nel cammino di fede.
La meditazione della giornata termina con la preghiera del Padre nostro.
Sia lode a Dio.    Franca L. B.