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  3 ottobre2010  

 

 

 


VERBALE DEL  3 OTTOBRE 2010

 “Un seminatore uscì a seminare” parabola riportata da Matteo (13,1-9.18-23) e “Abbà, Padre” secondo il racconto di Marco (12,32-40) ci invitano oggi, 1° incontro dopo la pausa estiva, a riflettere rispettivamente sulla Parola di Dio e sulla Preghiera. Come il Seminatore offre  il seme alla terra con la speranza che possa germogliare, così Il Signore instancabilmente riversa su di noi il dono della sua parola  con carità, pazienza ed amore per la nostra santificazione. “Siate certi – ci dice Madre Speranza -  che se l’ascoltiamo seriamente e la mettiamo in pratica sarà a vantaggio nostro e del prossimo e sperimenteremo le dolcezze inesplicabili che costringono l’anima ad esclamare fuori di sé: - non avrei mai immaginato che potessero essere così dolci le comunicazioni divine. Oh Dio mio perché per tanto tempo ho sciupato questo tesoro? “
Ognuno si interroghi perciò sulla propria disponibilità ad ascoltare seriamente la Parola e  quali strade, pietre o rovi le impediscono invece di metterla in pratica nella vita, affinché, da una revisione cosciente e consapevole possa infine spuntare il germoglio.
La preghiera sarà d’aiuto nella ricerca del Padre; una  preghiera sincera, che sgorga dal cuore e che unisce intimamente al Creatore e che dà forza ad amare e ad agire secondo la sua volontà.

Dopo  il canto iniziale “Amore e Misericordia”, il Presidente introduce la preghiera allo Spirito Santo e quella per la santificazione di Madre Speranza. Si ricordano anche i defunti ALAM e i famigliari deceduti degli associati..
Per una maggiore condivisione del cammino di formazione con i nuovi associati, il Presidente procede a un riepilogo leggendo la lettera di introduzione al libretto di formazione a firma dei Superiori generali EAM e FAM (Madre Speranza Montecchiani e Padre Aurelio Perez), nella quale  si richiama il disegno d’amore di Dio su di noi: la sua misericordia accolta e trasmessa faccia anche di noi una cosa sola, un corpo solo in cui ognuno possiede una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune e la messa a frutto per la gloria di Dio.
La lettura della Parola invita alla meditazione silenziosa in cui ognuno apre il dialogo con il Signore.
Elisabetta L. si confronta con l’espressione “Chi ha orecchi intenda” interrogandosi sulla sua crescita spirituale  e sul terreno sassoso privo di radici al quale ha dovuto far fronte e sul quale ha dovuto camminare. Alla luce della fede e della conversione, oggi rende grazie del dono ricevuto.
L’espressione, chiarisce Suor Rifugio, richiama la costanza e l’impegno a portare avanti il progetto di Dio. Le spine e i sassi, cioè i peccati e le passioni, che hanno compromesso la nostra missione di fede, devono essere tolte per mezzo della rinuncia. Occorre interrogarsi sui propri talenti e metterli a disposizione e a servizio del prossimo.
La Madre Speranza ci stimola a maggior riflessione sulla Parola (EL pan 8,1269-1272) perché, precisa ancora Suor Rifugio, i convertiti la diffondono e contribuiscono a cambiare le persone e ad edificare un mondo nuovo.
Dobbiamo perciò restituire forza alla Parola di Dio per spazzare superstizioni e idolatrie esistenti che deviano la verità.
A proposito, Luciana B. racconta un’esperienza personale di catechesi che l’ha posta a confronto con una famiglia praticante di Chiesa ma coinvolta in pratiche occulte. La doppia faccia della medaglia  sfugge spesso alla logica del credente.
Il seme attecchisce per nostra volontà, dice Suor Rifugio rispondendo alla domanda di Vera sulla semina che si sparge ovunque, mentre oggi il cristiano adatta spesso il Vangelo alle proprie esigenze, contraffacendo l’insegnamento di Gesù.
Occorre perciò una revisione personale seria per accogliere il messaggio messianico che ricostituisce il rapporto filiale con Dio.
Caterina B. alla luce della maturità spirituale acquisita, guarda con umiltà avanti e all’intenzione di procedere sul cammino che il Signore ha seminato di continuo per lei.
Il Signore è venuto per i peccatori, per i deboli, per gli incostanti, per aprire loro la via, la verità e la vita. Senza di lui non riusciamo a fare qualcosa di buono e anche la nostra disponibilità all’incontro con la sua Parola, ci aiuta a progredire.
Bruno S. riflette invece sulla duplice immagine dell’uomo: seminatore e terreno che ognuno deve saper fertilizzare per sé e per gli altri ed Elisabetta L. si sente rassicurata dalle parole “non guardare a se stesso ma vai avanti” perché andare avanti con umiltà nonostante le imperfezioni, aiuta a crescere.
Gilberto B. leggendo gli scritti di Madre Speranza proposti per l’incontro odierno, avverte in essi l’esistenza delle stesse difficoltà e problemi attuali quasi a confermare un lento cambiamento del mondo.
Rossana S. testimonia con un suo scritto le riflessioni suggerite dalla Parola  ritornando all’esperienza dell’Incontro Coniugale che  trovò nel suo matrimonio un terreno ancora sassoso e pieno di rovi. L’impegno assunto nel voler scoprire l’Amore di Dio ha dato nel tempo i frutti sperati. Togliere la gramigna non è facile, ripete Rossana, ma bisogna comunque sradicarla.
Vincere infatti i propri difetti, interviene Suor Rifugio, non è cosa da poco perché essi sono radicati in noi,  come  l’orgoglio, che è il travestimento della superbia,  riduce e svilisce le capacità e i doni ricevuti. Non si deve rinunciare al raggiungimento della Misericordia che è Amore totale.
Il silenzio, dice Luciana B., aiuta ad una introspezione del sé e ad una visione più pacata della realtà.
Anche Pina La V. condivide  la metodologia del silenzio riempito tuttavia dalla preghiera personale, perché il silenzio meditativo aggiunge Suor Rifugio è contemplazione pura in ogni momento della giornata. Il Gesù adorato nell’Eucarestia di Madre Speranza si trasformava infatti in Gesù ostensorio vivente.
La preghiera costante quotidiana invita ad una maggiore riflessione, conferma Luciana: essa diventa accompagnamento continuo che aiuta a mutare l’aspetto della giornata. Occorre mettere perciò Gesù al primo posto in tutto e per tutto con intenzione ed impegno.
A supporto dei pensieri e dei sentimenti di ciascuno, Suor Rifugio legge l’ultimo messaggio della Madonna di Mejugori che invita all’amore, alla pazienza, alla preghiera per la conversione di quanti non credono.
Riacquistando coerenza nel proprio stile di vita, insiste Suor Rifugio, riusciremo a spostare le montagne. Prendiamo esempio da tanti fatti ed episodi che accadono intorno a noi come quello della lacrimazione di sangue della statua della Madonna di Civitavecchia, che ha riversato la Grazia del Signore  sulla famiglia legata ad essa.
Si procede quindi alla lettura del passo del Vangelo di Marco (12,32-40), che propone la riflessione sulla preghiera di Gesù al Padre:”Abbà” cioè “Papà”.
Franca L. in B. è toccata dal tono confidenziale di Gesù e che fa presupporre  la totale fiducia nel Padre; si sofferma inoltre sul  contenuto della preghiera stessa in cui c’è la piena  accettazione della volontà divina nonostante la paura della sofferenza. La nostra preghiera va rivista perciò alla luce di questo brano evangelico, perché Dio ha un progetto buono su ognuno di noi e  le difficoltà affrontate e vissute nella certezza del suo Amore  contribuiscono alla realizzazione del suo disegno.
La sofferenza e la morte affrontate per amore sublimano l’essere, dice Suo Rifugio: Gesù ha raggiunto la perfezione con la morte, santificando per amore  i dolori morali e fisici che la sua natura umana non gli aveva risparmiato. Anche Madre Speranza sperimentando le sofferenze di Gesù, aveva visto il suo cuore divino dilatarsi d’amore proprio nelle sofferenze.
La Madre  rimanendo nell’amore di Gesù, aveva imparato alla sua scuola ad offrirsi quale vittima sacrificale.
Guglielmo M., riferendosi a  San Filippo Neri, sottolinea che le sofferenze sono causate spesso dalle persone a noi più vicine.
E’ tra le difficoltà che la Madre Speranza, ad imitazione di Cristo nel perdono dei nemici, ha esercitato le virtù eroiche, legge Elisabetta L. dal libro di Padre Livio Fanzaga.
 Il Carisma dell’Amore Misericordioso espresso in  Madre Speranza, ricorda Suor Rifugio, ritrova la sua espressione nel Crocefisso di Collevalenza con Gesù Sommo Sacerdote davanti al Padre.
Pina riporta la riflessione sul passo evangelico di Marco in cui percepisce la delusione dei tre apostoli; essi vedono infatti colui che considerano il Messia, debole, afflitto e prostrato.
Chiarisce Suor Rifugio, che è proprio nella loro impreparazione  e nel loro lato umano, che  Gesù ripone fiducia e confidenza tanto da affidare a ciascuno un posto nella Chiesa.
Le immagini e gli spunti suggeriti dal Vangelo confortano perciò Pina a proseguire nel cammino di fede.
“Sia fatta la tua volontà”: il voler fare la volontà del Padre, sottolinea Marco L. dona forza e convinzione, mentre Rossana S. asserisce come  anche lei si sia trovata nella situazione degli apostoli addormentati. Al risveglio, tuttavia, si era resa conto che Gesù non l’aveva abbandonata e non si era allontanato perché  la preghiera meditativa ed operativa fa  mantenere un collegamento costante con Lui.
“Vi è un’altra preghiera, quella interiore che è il tuo desiderio” diceva Sant’Agostino e Vera la condivide con il gruppo per la ricchezza ricevuta dalla lettura degli scritti formativi di oggi.
L’incontro che termina con la supplica alla Regina del SS. Rosario di Pompei, ci ha resi più uniti nello Spirito per intercessione di Madre Speranza.
Seguono gli avvisi.

Sia lode a Dio    Franca